Passo del Gran San Bernardo

Passo del Gran San Bernardo tra storia e spiritualità

Il Passo del Gran San Bernardo situato a 2473 m di altitudine unisce l’Italia alla Svizzera e da secoli costituisce una via di collegamento importante.
La strada del colle, impraticabile per 8-9 mesi l’anno è presidiata da secoli dallo storico Ospizio del Gran San Bernardo, gestito dai canonici.

L’epoca romana e preromana

In epoca preistorica, il Mont Jovis, come lo chiamarono poi i Romani era un punto di comunicazione tra le popolazioni al di qua e aldilà delle Alpi come testimoniano i siti archeologici di Petit Chasseur a Sion e l’area megalitica ad Aosta.

In epoca romana venne costruita una strada scavata nella roccia per consentire alle legioni romane di superare le Api e conquistare la Britannia. Qui vennero inoltre costruiti una mansio e un tempio dove i viandanti potevano fare un voto ingraziandosi Giove Pennino.

Passo del Gran San Bernardo e l’ospizio

Secondo la tradizione San Bernardo, arcidiacono di Aosta avrebbe liberato il colle infestato dai diavoli e fondato l’Ospizio del Passo del Gran San Bernardo nel 1050.
Una statua del santo, realizzata nel 1923, campeggia poco lontano e ci ricorda la figura di questo importante santo.
L’ospizio, aperto tutto l’anno, è situato in territorio elvetico ed è un luogo da sempre votato all’ospitalità dei numerosi pellegrini e viaggiatori che percorrono questo tratto della Via Francigena.

La Chiesa e il Museo del Tesoro

La chiesa dell’ospizio, terminata nel 1685 e costruita in stile barocco piemontese conserva un crocefisso del Seicento ed un magnifico organo del 1812.
Adiacente alla chiesa si trova il museo del tesoro.
Il museo è un vero e proprio gioiellino ed espone in alcune teche il busto di San Bernardo risalente al Duecento con le reliquie del santo ed un breviario con miniature variopinte oltre ad altri numerosi oggetti di oreficeria di altissimo livello.

Passo del Gran San Bernardo e i cani

Da non perdere la visita al canile con il celebri Barry, ovvero i cani san bernardo che trascorrono l’estate al colle per la gioia di grandi e piccini.
La loro presenza è attestata all’Ospizio dal XVII secolo. Cani da salvataggio erano particolarmente adattui in caso di valanghe, infatti nei tempi passati i cani san bernardo erano fedeli compagni dei Maronniers, ovvero delle odierne guide alpine.
La Fondation Barry, che gestisce il canile, consente di vedere gli animali e di fare alcune passeggiate con loro per alcuni momenti della giornata.

Adiacente al canile si trova il Museo del Gran San Bernardo, aperto dal 1987, è uno spaccato sulla natura, flora, fauna, la vita e la storia di questo luogo straordinario.
Il museo ha una vasta collezione di reperti archeologici come monete, statue, ex voto.. ritrovati proprio al colle a riprova dell’importanza di questo colle nel corso dei secoli.

Napoleone al Passo del Gran San Bernardo

Tra i passaggi più celebri al passo del Gran San Bernardo si ricorda sicuramente quello di Napoleone Bonaparte nel1800. Il grande generale francese vi transitò con 40.000 soldati alla volta della Pianura Padana, ignaro che la sua discesa sarebbe stata fermata non dalle montagne o dalla neve ma dal castello di Bard!
Il colle venne declamato in opere letterarie come “Pictures from Italy” (1846) di Charles Dickens.
Infine si ricorda l’impresa di Richard Halliburton che nel 1936 ripercorse il tragitto di Annibale, superando il colle a dorso di elefante partendo da Martigny ed arrivando ad Aosta.


Scendendo la Valle

Scendendo la valle del Gran San Bernardo in direzione Aosta si rimane attoniti di fronte alla natura selvaggia di questo luogo a dalla curiosa conformazione di alcune rocce.Alpeggi e mucche dominano il paesaggio consentendo a chi vuole un contatto diretto con l’allevamento la possibilità di deliziare i palati con prodotti a km 0.

La visita al borgo di Saint-Rhemy-en-Bosses o di Etroubles, borghi di attraversamento lungo la Via Francigena, consentiranno poi di apprezzare appieno le tradizioni della Coumba Freida, una su tutte il coloratissimo carnevale animato dalle Landzette.

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